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Cose che solo l’Italia…

Si chiede Enrico Nardelli «In Italia esiste davvero il comitato “quantistico” sul voto elettronico?». La domanda è sensata. C’è un comitato che non c’è eppure fa.

[…] il Ministero dell’Interno spiega che «non è stato adottato alcun provvedimento di costituzione dell’organismo di studio in questione». Il Ministero ne ha disposto l’istituzione e chiesto la collaborazione agli altri ministeri, l’organo si è già riunito quattro volte, ma lo si dichiara non costituito con formale provvedimento. Verrà fatto? Nella citazione sopra riportata si dice “non è stato adottato” e non “non è ancora stato adottato”. Lapsus calami? Ecco, non sono un giurista quindi persone più esperte di me sapranno certamente spiegare come sia possibile che una struttura, non formalmente costituita da una qualche istituzione ancorché formata da persone delle istituzioni, possa fornire pareri che il potere esecutivo usa come base di atti governativi. Per chi ha letto qualcosa della fisica quantistica, sembra la famosa situazione del “gatto di Schrödinger”, che era contemporaneamente vivo e morto.

Interessante anche la sintesi del Prof. Nardelli, ordinario di Informatica all’Università Roma Tor Vergata e presidente di Informatics Europe, sul voto elettronico:

Ad aprile di quest’anno è stata pubblicata una lettera aperta indirizzata a Governatori, Segretari di Stato, Direttori degli Uffici Elettorali, di tutti e 50 gli stati americani, dove si conclude che «la votazione via Internet non è una soluzione sicura per votare negli Stati Uniti, né lo sarà in un prevedibile futuro». La lettera è stata preparata dal Centro per l’Evidenza Scientifica nelle Questioni Pubbliche, un centro studi della Associazione Americana per l’Avanzamento delle Scienze. Tra le organizzazioni che hanno firmato la lettera appaiono quelle della comunità scientifica e tecnologica dell’informatica (ACM e CRA). Tra gli esperti che l’hanno validata basta ricordare i nomi di Vinton Cerf (il papà di Internet) e di Ronald Rivest (uno degli inventori di quella crittografia a chiave pubblica che è alla base della sicurezza delle transazioni sulla rete).

Ecco gli argomenti principali a sostegno della conclusione:

— tutti i sistemi e le tecnologie per la votazione su Internet sono al momento attuale inerentemente insicuri;
— non esiste alcuna evidenza tecnica che una qualunque tecnologia di votazione su Internet sia sicura o possa essere resa tale in un prevedibile futuro; al contrario, tutta la ricerca attualmente esistente dimostra il contrario;
— nessuna tecnologia basata sulla catena di blocchi (blockchain) può ridurre i profondi pericoli inerenti nella votazione su Internet;
— nessuna App per la votazione con dispositivo mobile è sufficientemente sicura da permetterne l’uso.

Siamo tutti in trepida attesa che un nuovo comitato/non-comitato ministeriale giunga a conclusioni differenti.

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